Un gentiluomo affronta un modo di vita a lui poco familiare
Raastajoki le guide finlandesi prendono congedo dai viaggiatori, lasciandoli
con i lapponi allevatori di renne. Acerbi incontra ora modi di vita del
tutto nuovi e si sente isolato dal resto del mondo. Egli scrive che la
sua esistenza sembra essere ora nelle mani di lapponi imprevedibili.
Infastiditi dal caldo eccessivo e dagli sciami di zanzare Acerbi e compagni proseguono il viaggio, prima a piedi, e poi in barca lungo il fiume Alattiojoki in direzione di Kautokeino. C'è bisogno di molti uomini per trasportare le provviste perché in questa stagione non si possono usare le renne come bestie da soma, infatti il caldo e le zanzare le potrebbero far infuriare. Inoltre a luglio, se possibile, si cerca addirittura di evitare i viaggi verso i monti della Lapponia.
Il modo di vita nomade è troppo diverso e strano per Acerbi. Secondo lui queste persone dimostrano soltanto una straordinaria pigrizia e asocialità. Anche l'abbondanza di pesci nei laghi e la conseguente facilità nel pescarli è per lui un esempio della pigrizia di questo popolo. I lapponi non nomadi sono già più vicini al mondo di Acerbi. Infatti a Kautokeino egli incontra delle persone il cui modo di vivere gli appare più familiare e comprensibile. Acerbi descrive gli agricoltori locali come attivi. Inoltre sono pronti ad aiutare i forestieri, anche se chiedono denaro in cambio dei loro servizi.
A Kautokeino Acerbi ha come guida e interprete un insegnante, che fa
da interprete anche durante la messa: il suo compito era quello di tradurre
frase per frase l'omelia del prete dal danese al finnico. Per assolvere
a questo suo compito si metteva sotto il pulpito.
LEGGI IL DIARIO:
Alla mercè delle zanzare
e del clima
Sul carattere dei lapponi
A.F. Skjöldebrand: Il villaggio di Kautokeino (particolare)
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