Il diario di Giuseppe Acerbi

I brani qui di seguito riportati sono tratti da: Giuseppe Acerbi, Il viaggio in Lapponia 1799, edizione a cura di Luigi G. de Anna e Lauri Lindgren (1996).



Martedì 11 giugno

La Sera abbiamo fatto un bagno alla finese. sulle prime abbiamo durata fatica a sostenere un calore di quaranta ma facendoci forza ne abbiam sostenuto con nessun incommodo e con gran piacere fino a 65. è un calore che in vece di impedire consola e facilita la respirazione eccita la trespirazione e quello che è singolare accresce le forze e rende l'umore illare e la mente serena. L'abbiamo fatto col parroco Castrein ed il compagno di viaggio. Entrati nella stanza, una ragazza di 18 anni ci ajutò a svestirci e ci levò dalle scarpe alla camicia. Ignudi che fummo portò a ciascuno un manipolo di verghe di bedolo tremolo colle foglie ed intinto prima nell'aqua tepida col quale si batte il corpo per tutto. allora la Ragazza comincia a gettar dell'aqua sulle pietre riscaldate dal fuoco e quest'aqua riempiando la stanza di vapori accresce e duplica il calore ed umetta la cute e la rende più molle e facile a traspirare. Mezz'ora basta di dimora; i finesi vi restano un ora ed ancor più. Discesi che fummo da uno scabello che si copri per noi di paglia e di lenzuoli come un letto, la Ragazza versa vi prende per mano e vi fa seder su una sedia vicino ad un barile d'aqua tepida e con un vaso ne versa abbondantemente nel capo in modo che scorre e discende per tutto il corpo e porta seco ciò che vi potesse esser di grasso sul corpo, porta seco l'umido della traspirazione e le fogliette o festuche di bedolo che vi ponno esser rimaste sopra; dopo di questo prende un pezzo di sapone e vi lava ben bene i capelli fregandoli per ogni verso e direzione, quindi deponendo il sapone gratta con anbe le mani per qualche tempo il capo e giù discende lavando e fregando il collo ed il petto ed il dorso e finisce il suo ufizio col versare tre o quattro volte ancora dell'aqua sul capo togliendo la sedia e facendo rimaner in piedi. Allora usasi che frega le gambe ed il collo de piedi e massime la tibia ed il tendine d'Achille, dopo di che si riveste e sortendo si dona lo che in finese chiamasi Sauna Raha (mancia del bagno[)] che consiste in qualche soldo ciascuno, costume che in alcuni luoghi massime in Città si usa dai Proni stessi di Casa benchè la ragazza sia di servizio.

Il viaggio in Lapponia 1799, pag. 27-28

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Mercoledì 12 giugno

Arrivati al fiume Torneå vedesi la Città in piciol distanza che non si presenta da questa parte in nessun modo pittoresco lasciando vedere appena qualche casa qua e la sparsa e la punta del campanile e della chiesa di legno. Lascio a un altro giorno parlar dei contorni e persone di Torneå dirò solo che un vento freddissimo rendeva incommodo il sortire e ciò che è da rimarcarsi è che il vento di Sud. è più freddo di quello del Nord, attesi i ghiacci che sono ancora nel golfo Botnico.

Ho scritto a Stok.[olm], ed il dopo pranzo la nostra compagnia è arrivata. Ho fatta la Conoscenza del Sig. Rector Lönberg uomo erudito e molto interessante.

Dopo aver cenato siamo stati a fare una passeggiata verso la parte settentrionale della Città. Erano le undici e tre quarti di notte. Il sole trovavasi al punto di nord ed aveva appena nascosto il suo disco. E' uno spettacolo ben nuovo ed estraordinario! Il veder la natura che langue e riposa, il veder un silenzio perfetto ed un chiarore sí vivo come da noi di bel giorno.

Il viaggio in Lapponia 1799, pag. 31-32

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Martedì 18 giugno

Matarenge ossia Över Torneå 1. 1/4.

Col primo nome disegnasi il villaggio; col secondo la parocchia o la chiesa. Siamo qui giunti verso un ora pomerid.[iana] Il Parroco Sundberg ci ha dato alogio e vitto colla più grande ospitalità. E' un buon vecchio con tre belle figlie. Dopo pranzo abbiam dormito e poscia fatta una Scorsa tutti insieme sulla famosa montagna d'Avasaxa descritta da Maupertuis. Siamo andati in Batello fino al piede della montagna e l'abbiamo dopo ascesa cercando per tutto attentamente insetti piante ed ucelli.

Questa Montagna che domina sù tutte le altre qui contigue si monta dalla parte occidentale a cui invita un piciol sentiero fra cespuglj formato dalla curiosità de forestieri che portan qui i loro passi. Il sentiero cessa verso la metà ove una quantità immensa di sassi sovraposti l'un l'altro in disordine, fra quali crescon de' pini e qualche Bedolo tremolo formano come la scala sù cui si deve caminare e metter ben cauto un pie dopo l'altro per guadagnare la Cima. Sù questa abbiamo trovato le traccie di fuoco ed un amasso di molti legni secchi ed infracidati che io ho creduto ancor i resti de' segni e delle operazioni di Maupertuis, ma che alcuni mi han detto esser legni preparati per far fuoco ed avertire l'invasione de Russi da cui erano minacciati appare che i Paesani temevano si potesse effettuare nell'ultima guerra come in quella del 47 in cui i Russi fecero in questi Paesi il maggior guasto possibile.

Da questa Cima godesi di un Orizonte ampio e pittoresco. Verso il Sud il fiume di Torneo si perde fra monti e colline ed è fiancheggiato da vaste pianure e campagne, all'occidente il fiume Torneo discende in un letto vasto e tranquillo e la chiesa ed il villaggio presentasi nell'opposta riva; il Nord è coronato di una quantità di monti come pelli ed ossa sovrapposti gli uni e gli altri ed all'oriente la Montagna forma un dirupe scosceso inaccessibile e precipitoso, domicilio de' falchi e de' augelli notturni che al romor de' sassi precipitati dall'alto avevano abbandonato il lor nido e che turbavano il silenzio di queste valli solitarie colle loro lamentevoli sgrida. La riviera che forma da lunghi un lago limpido ed in cui gli opposti colli riflettono come in uno specchio la loro cerulea immagine discende all'ingiù serpeggiando tortuosa e formando qua e la delle isolette e dei seni terminando col cingere la montagna verso il Nord e gettandosi nel fiume Torneå verso l'occidente. Erano le 12 appunto di mezza notte che il sole toccava appena col lembo inferiore del suo disco la cima delle montagne lontane che formavano il nostro orizonte.

Il viaggio in Lapponia 1799, pag. 36-37

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Giovedì 20 giugno

La Stazione vicina è Tolasis o Juoxänge e questo viaggio è stato più variato e piu interessante della prima Stazione. Abbiamo passate colla vela delle cataratte fra sassi e scoglj che avrebber fatto palpitare chiunque avesse un idea più imperfetta della destrezza ed abilità di questa gente. Affrontano il pericolo con ciglio sereno e coll'illarità non affettata del loro volto assicurano il viaggiatore vacillante e dubioso. Ciò che più intimorisce in questi momenti di sforzi si è il vedere come spingono il batello direttamente contro la pietra e quando pare che vada a sfasciarsi coll'urto lo rivoltano a due linee appena di distanza, ed ancor più fa ribrezzo quando in questi urti scivola o sliscia a bateglieri l'asta nel fondo sicchè lor va nullo il colpo e quando questo dovrebbe esser decisivo e di necessità li mette in imbarazzo e nel bisogno di raddoppiare i loro sforzi. La Gente è ancor qui per tutto grande nerboruta e robusta.

Abbiam passata una grand'Isola sulla nostra sinistra montando e dopo un quarto di miglio di viaggio incirca siamo arrivati alla famosa Cataratta di Cattila Koski ove taglia all'incirca il Cercolo polare. Questa Cataratta è troppo lunga per rimaner in Batello ed abbiamo passeggiato tutto lungo la Cataratta sempre fra boschi e marciando per un sentiero paludoso su cui degli alberi facilitavano il cammino. Dopo l'incomodo del continuo sole l'ombra di questi boschi e di questo sentiero serpeggiante ci consolò sommamente; ci siamo ocupati erbeggiando sempre e cogliendo per tutto insetti di cui abbondavan molto questi luoghi.

Il viaggio in Lapponia 1799, pag. 40-41

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Venerdì 21 giugno

Ho veduta una cosa che mi pare assai rimarcabile e si è il modo con cui questa gente sa provedersi di ova non permettendo loro trattenere galline che mangerebbero il poco grano che cinge le loro case. Mettono un legno iscavato aldidentro sù un pino, ed avvi il Mergus merganser che va deporre le sue ova. Il Contadino le coglie eccetto una e l'Ucello ne depone dell'altre e cosi fino a quattordici. L'economia di questo ucello è una delle più particolari e merita menzione a parte. E' l'unico degli ucelli aquatici che abbia piedi nuotatorj e facia il nido sugli alberi. Quando i suoi picioli sono nati li raccoglie col rostro li depone alla base dell'albero e poscia lor fa l'esempio d'incaminarsi al fiume che i picioli imitano e seguono. Quando non trovano simili nidi cercano allora degli alberi corosi e scavati dalla natura o dal tempo non lontano però da qualche fiume. questa facilità di consegnare le sue ova ad un nido fatto dagli Uomini è forse meno un effetto della pigrizia che della scarsezza di questi alberi a cui vanno sogetti ed alla mancanza di instrumenti e d arnesi onde farsene uno da se.

Il viaggio in Lapponia 1799, pag. 42

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Sabato 22 giugno

Siamo partiti all'una dopo mezza notte ed arrivati alle 9 a Kengis. viaggio di 2 migl.[ia] e mezzo e di otto ore di travaglio indefesso. Credo che in nessun paese siavi esempio d'Uomini che resiston di più a un travaglio più duro. Tutto questo viaggio è pieno di Cataratte dalle quali non siamo discesi a terra che tre volte sole. Arrivasi finalmente al punto dove il fiume M[uonio] si congiugne a quel di Torneo passaggio duro e difficile pel contrasto ed incontro dell'onde che urtansi insieme e per la cataratta fra sassi del fiume Torneo che si deve subito affrontare ed ascendere.- L'assuefazione diminuisce il ribrezzo ne' pericoli ma non resta che meno ammirar si debba l'estremo valore e coraggio di questi Conduttori.

Ascesi pel fiume Tornea abbiamo costeggiata la riva sinistra ascendendo ove avvi un precipizio e un dirupe che chiamasi il Salto de' Rangiferi selvaggi, perche alcuni piutosto di lasciarsi prendere si sono precipitati nel fiume da questo luogo. Alla fine giungesi alla gran cascata di Kengisbruck, e ci siamo introdotti nella casa del Prone della miniera il quale era prevenuto da una lettera di un negoziante di Stok:[olm] a parte della miniera stessa, e dove abbiamo avuta la più ospitale accoglienza, e tutte le desiderabili commodità.

Abbiamo impiegato il giorno intiero ad erborizare e cercare insetti ed uccelli.

Il viaggio in Lapponia 1799, pag. 42-43

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Martedì 25 giugno

Siamo partiti da Kengisb. alle 11 mattina e siamo arrivati alle 11. pom.[eridiane] viaggio di 3 miglia e 3/4 fatto in quasi 12 ore di tempo.

Ci siam divisi dalla nostra compagnia che è partito lo stesso momento di noi e che è discesa pel fiume Torneå mentre noi siamo montati pel fiume Muonio. La pioggia abbondante della notte aveva talmente rigonfio il fiume che abbiam quasi sempre passato sulle spiaggie e sù cespuglj col batello. Una volta però siamo restati in alto sospesi sù un sasso dal quale siamo col batello ricaduti nell'aqua con qualche stento. L'aqua era oggi 14 gradi di calore soltanto e ne aveva scemati tre di jeri. Il Term.[ometro] a mg. [mezzogiorno] 19. a Mat.[tina] 16.

Le buone Case da Contadino non sono fin qui (a Kolare) ancor finite. La Stazione è molto commoda, la gente molto ricca e ben fornita di tutto. Gli Uomini erano alla pesca; la Madre era a casa con una bellissima ragazza sua figlia. La mattina abbiam fatti i bagni finesi e la figli[a] è venuta a far gli onori del bagno come nella descrizione etc. etc. etc. La Madre che vegliava alquanto ai nostri scherzi con la figlia, non vegliò mai e non mostrò il minimo dubio nella stanza de' bagni ove il mio amico è rimasto qualche tempo solo. Siamo stati molto meglio serviti qui che in molti alberghi della Svezia. Bella biancheria, buoni letti, abbondanza di vitto etc. quantunque passato il circolopolare.

Il viaggio in Lapponia 1799, pag. 45

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Giovedì 27 giugno

Siamo part:[iti]. sul nascer del sole cioè verso un ora dopo la mezza notte del merc.[oledì] Siamo giunti a [spazio in bianco] ed a [spazio in bianco].

E' un luogo di due case e due famiglie che contano in tutto sette persone. Le loro richezze consistono in 4. Vacche un campetto che si coltivano a venti miglia di terreno a loro commandi- Gli Uomini erano alla pesca ed abbiam veduti alcuni pesci esposti all'aria per seccarsi. Una sol donna anche vecchia ed un fanciullo era rimasto a Casa ed abbiamo ricavate le seguenti informazioni sopra questo nuovo stabilimento.

Queste famiglie sono qui venute non ad instigazion del Governo ma di moto proprio non possedendo prima nulla nel villaggio di Monionisca. Un anno sofriron una Carestia tale che se alcuni Negozianti di Torneo non fossero passati di qui sarebber morti di fame. Il loro pane è per noi immangiabile essendo la metà paglia. Seminano due Tonneaux di grano da cui ricavano negli anni abbondantissimi 7. e nei scarsissimi mezza semente. Non mancan tutto l'anno di latte pesce e carne d'uccelli o rangiffero. piglian gli uccelli co' lacci, i Lapponi passaggeri gli danno qualche pezzo di Rang.[ifero] oppure ne uccidon qualcuno selvaggio. L'occupazion degli Uomini l'inverno si è preparar le slite, far le reti, i batelli, trasportar e far legna, le donne tessere e filar la lana onde vestono loro e i loro Uomini. Queste due case sono poste sul fiume in una situazione amena e ridente dirimpetto alcune isolette coperte d'alberi ed erba e di cui abbiam preso un disegno.

Mi sono compiaciuto nel contemplare questa piciol colonia, povera, isolata, lontana dalla sua parocchia a cui non si puo pervenire che sul fiume fra cataratte inaccessibili ove si deve lasciare il batello e penetrare a piedi un bosco impraticabile e selvaggio. Ho dimandato a me stesso. Puo regnare la felicità sotto questo tetto? Questione interessante. Hanno il bisogno, le richezze e commodi altrui non loro turba il pensiero, etc. etc. sono occupati, non sono oppressi.- Sono essi sensibili alle bellezze della natura? Vanno mai fare una scorsa in batello sopra quest'isoletta? Nò! Non hanno i nostri bisogni di uccider la noja con delle passeggiate e di cercar delle senzazione nell'ingegniar delle arti.

Abbiamo cominciato a soffrire in questa giornata gl'incommodi un viaggio cosí strano e cosí capricioso. Una pioggia dirotta ci ha colti all'improviso ed il Tuono si è fatto sentire per la prima volta. Non ho mai veduta una pioggia più folta di questa in modo da nasconder gli oggetti a pochi passi di distanza. Bagnati in questo modo siamo giunti alla piciol Colonia dove ristoratici siamo partiti sul cominciar del giorno venturo.

Il viaggio in Lapponia 1799, pag. 46-47

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Venerdì 28 giugno

Ter.[mometro] 13/14/13/acq.[ua] 15

La barca per le rapide è singolare e non propria agli altri batelli in altri paesi. La punta a. è la prora, b la poppa, e si avanza colla parte a che è la più grande ed il timone resta a b. molto più stretta cosa contraria pare al buon senso ed alla pratica nostra. Ma avvi però una ragione e si è che dovendo vincere le cataratte essendo più largo e più alto davanti divide meglio l'aqua ed impedisce che le onde entrino nella barca per le sponde c.c. Innoltre questo luogo che è il più dificile e da dove uno dei conduttori guida coll'alta il batello antiveggendo quali sono i sassi e gl'intervalli fra quali il batello possa passare ha maggior loco onde moversi e piegar d'un canto e dall'altro la prora cadendo sempre sulla sponda quando l'asta slisciando nel fondo perdono l'equilibro. Un altra ragione ancora si è che passata che sia la prora certi sono della poppa; ma se questa fosse la parte più grande arriverebbe che passando colla prima e non colla seconda resterebber rinchiusi fra due pietre e farebber naufragio. d.d. E' un legno che serve a due ufizj cioè a tener le sponde del batello e a sostenere la vela che mettono al bisogno e a buon vento, ma che non non abbiam mai usato in questi 11 miglia e che anzi non avevamo con noi.

Muonionisca è un villaggio sulla riva del fiume Muonio (nisca sign.[ifica] altezza, ossia principio del fiume) composto di 35. Case abitate, con una Stazione ed abitazione pe' forestieri. Avvi una Capella suddita come quella di Kengis alla parocchia di Torneå superiore, vi risiede un Prete o Capellano che ha la giurisdizione Ecclesiastica sopra 30 leghe sved.[esi] quadrate. E' un Paesano che non si distingue dagli altri che perche parla svedese e porta i calzoni neri. Tutta la Comunità e Case sparse in tutte le 30 migl.[ia] consistono in 35. ciascuna delle quali concorre al mantenimento in massa di tre soldati. Questi soldati possedono come in tutta la Svezia una piciol terra e una Casa; è un instituzione eccellente di Carlo XI che Gustavo III fù sul punto di distruggere rendendo gli Ufiziali troppo indipendenti.

Il viaggio in Lapponia 1799, pag. 47-50


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Sabato 29 giugno

Siamo andati col Prete a cercare le motacilla Svezica che abitano in queste contrade e ne abbiamo ucciso un maschio assai bello; è l'uccello più avvenente che mi conosca in Svezia ed è diffatti molto raro e ricercatissimo. Vive fra cespugli di Betula nana e vive d'insetti che trova sul cotico di questi luoghi coperti di muschio umidi e paludosi, vola sempre basso e non si mette quasi mai sulla punta degli alberi. Il suo canto è grazioso e variato ed è attesa l'irregolarità del suo canto che i finesi la chiamano Saata-kieline, che significa cento lingue.

Abbiam passato il resto della mattina a trovar erbe ed insetti, ed il dopo pranzo abbiam fatta una Spedizione interessante sulla Montagna di Keijmiö-Tunduri, vicino al Monte Pallas. I finesi hanno nomi per distinguer le colline cioè

Sadio piciol altura coperta d'alberi
Rova maggiore coperta di sassi
Wara maggiore cop.[erta] d'alberi
Kero mag.[giore] con pochi cespugli
Tunduri mag.[giore] senz alberi.

Corrispondono forse esattamente alle cinque denominazioni italiane- Poggio, Collina, Colle, Montagna e Monte.- I finesi hanno anche Selka che significa un altura o Montagna di qualunque altezza ma lunga assai come forse l'italiano un Dosso./Pendice/balza/

Questa Corsa è stata una delle più deliziose del nostro viaggio, benche faticosa assai e troppo lunga pel tempo che vi abbiamo impiegato.

Keijmiö-Tunduri che nella Carta ha il falso nome di Iuris-Tunduri giace a Levante di Monionisca sulla riva di un ampio lago che forma come la sorgente del fiume Ieris che cade alla distanza di tre miglia nel fiume Muonio e sul quale siamo qui giunti quasi sempre in batello. Tutto questo viaggio che abbiamo fatto sempre sulla riviera è una successione continua di belle scene pittoresche di cascatelle fra sassi coperte d'alberi ed interrotte da seni e laghetti ove i pesci e gli ucelli formigliano, e i quali ci hanno dato un divertimento non comune in altri paesi. Abbiamo trovate più anatre che erano seguite dai loro pulcini che l'amore forzava volarci all'intorno quasi volesser diffender la loro prole.

Il viaggio in Lapponia 1799, pag. 50-51

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Martedì 2 luglio

Term.[ometro] 18./29./19/Aqu.[a] 18/Sol.[e] 45.

Siamo sortiti oggi dalla Vestrobotnia propriamente e questo è il primo luogo nella vera Lapponia Svedese. M'è sembrato scorgere qualche cangiamento nella natura stessa di questo paese. Lor Boschi non sono cosí umidi ma sono coperti di Muschio rangiferino che copre intieramente il terreno. Le case di qui sono piu piciole e le porte niente più alte di 4 piedi. I letti cinque soli piedi. La donna di piciol statura ci ha serviti sempre colla pipa in bocca. Eravi quivi una quantità di fanciulli e in queste due famiglie ve n'erano 15.

Ho qui ucciso un Caradrius apricarius (Aker Lemua) ed una Motacilla trochilus; da noi detto in lombardo (Tui). Questo piciolo uccello forma la delizia del nord ed è l'usignuol boreale; canta deliziosamente tutta la notte e sta sempre sulla sommità degli alberi allorchè canta. Abbiam qui mangiato del latte accagiato.- L'aqua è forse cosí fredda in questi paesi del nord perchè il ghiaccio penetra ancor in Estate le viscere della terra. Le fonti in estate sono non aghiacciate ma intieramente seche.

Il viaggio in Lapponia 1799, pag. 55-56

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Mercoledì 3 luglio

Term.[ometro] 25./27./20./Aq.[ua] 21./Sole 35.

Non è veramente che dopo Suontajervi che si può dire d'aver veduta la Lapponia. La nostra guida ha veduto sul fiume un Rangif.[ero] selvatico frattanto che noi uccidevamo alcune fringhe dalla parte destra del fiume. Ci dissero i batteglieri che al veder il batello si alzò sù due piedi, e poi fece un salto, e via corse.

Un pò più avanti e dove l'amico ha presa la vista del sasso ove fra il fumo abbiamo pranzato ho trovato un altro nido di Motacilla Svezica ma non m' è riuscito aver che la femina.

Bisogna aver veduta la Lapponia in estate per averne un idea, e per goder del contrasto di un quadro affatto nuovo e che non si vede in alcun altro luogo. S'immagini di vedere una vasta campagna o Paese ondeggiato ed ineguale pei poggi e colline sparso qua e la di boschetti e cespuglj di Betule e di abeti ma tutto il terreno tapezzato di bianco Muschio rangiferino che da lungi immita la neve e quasi inganna l'immaginazione presentando l'inverno che trova un contrasto col calore eccessivo e col verdeggiar delle foglie d'alberi dolci come pure della riva del fiume che verdeggian dove non son coperte di sabia. Davvicino questo muschio presentasi come un molle e grazioso tapeto che sembra quasi formato dall'arte non solo per la forma fina e delicata di questo muschio ma anche per la forma col quale cresce presentando per tutto come tanti ottangoli vicini l'un l'altro.
Questi ottangoli o dirò piuttosto placente che sono all'incirca due palmi di diametro, sono affatto isolate l'une dall'altre in modo che si ponno levare intieramente e crescono sopra un cotico molle e disotto sabioso. Il terreno è qui affatto sabio, e gli altri non giungono che a una breve età e ad una certa grossezza dopo la quale poi muojono non trovando un sufficiente e proporzionato nutrimento. E' per questo che il quadro à sempre degli alberi ignudi e vecchi qua e la.

I nostri conduttori avevan dimenticato e perduto di vista il luogo dove si doveva discendere ed abbandonare il fiume per trovare la Casa, erano già stanchi dal gran travaglio essendo stati obbligati per un quarto di strada di andar nell' aqua fino al ginochio e tirare a mano e quasi portar di peso nell'aqua il batello fra questi sassi o piciole cataratte. Un fumo che veniva dalla riva ci annunziò finalmente qualche abitante, e fù colla piu piacevol sorpresa che incontrammo due pescatori che sedevan vicino al fuoco e che si trovavano appunto nel luogo da noi desiderato. La loro figura e vestito aveva un non so che di selvaggio che unito al luogo ed alla situazione ci ha fatta dell'impressione. Il loro vestito era molto conveniente per diffendersi dalle ingiurie delle Zanzare, vivono in questi laghi e fiumi notte e giorno e quantunque non lontani dalle loro moglj che un quarto appena di miglio non si curan mai tutto il tempo della pesa di visitar le lor moglj ma dormono sulle rive a cielo scoperto ragruppati al fumo del lor focolare.

Il viaggio in Lapponia 1799, pag. 56-58

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Sabato 6 luglio

Term.[ometro] 14./29./17./ aqua 18/ Sole.45

Dopo il cammino di un miglio fatto sotto un sole ardente e di 45 gradi di calore in un terreno in parte maremmoso, in parte deserto, in parte piano, in parte di colline ignude e coperte di muschio Rangiferino secco e cuocente senz'albero frondoso che somministrasse un ombra fresca e folta, senza la minima agitazion d'aria e camminando lento in modo da metter 6 ore a far questo miglio obbligati riposar sul terreno a un doppio riflesso di calore, sempre circondati da nubi di Zanzare che ci obbligavano tener sempre la faccia avvilupata in un velo che ci [118] rendeva incommodo il respiro, e coprirci le mani di guanti grossi che appena per forti che sieno bastar ponno a garantirci dal morso velenoso di questi insetti; similmente in mezzo a questo caldo obligati d'esser vestiti come nel gran verno di grossa lana e stivali le Zanzare passando ogni abito di tela siamo arrivati sulla riva del lago Kevijervi.

Il viaggio in Lapponia 1799, pag. 64

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Domenica 7 luglio

I Lapponi vivono ne loro boschi tutto l'anno divisi da ogni altro popolo, soggetti a nessun governo, senza prender il costume di alcuno, senza mischiarsi con altri, hanno una statura, una figura e delle maniere diverse, non hanno ne religione, ne culto, ne preti che loro predichi l'obedienza e le virtù teologali, eppure non hanno nessuna delle qualità de' selvaggi. La ragione si è che non hanno nessuno de' loro bisogni. L'Uomo senza bisogni, è senza causa motrice, e senza principio di azione e giace inerte ed è un vil giumento neghitoso e poltrone. In questa sol causa o ragione consiste il carattere de' Lapponi. Pastori l'estate ed oziosi l'inverno trovano negli animali che pascolano onde sodisfar senza pena a tutti i loro bisogni. I Rangiferi lor forniscono il latte onde far il burro ed il formagio, e da bere, colla pelle se ne fanno le vesti, e si coprono. Le tende loro sono di pelli di Rangif.[ero], i loro letti di pelle di Rang.[ifero], i guanti, le scarpe, le beretta, i calzoni, l'abito della stessa pelle. Camicie non ne portano, tela non ne abbisognano, colle pelli di Rangif[ero] compran la pentola ed un coltello e del filo onde cucire e far delle reti; a pascolar de' rangiferi non vi vuol ne agilità ne talento, e se l'annata abbonda come quest'anno di Lupi li lascian mangiare. Se alcuni l'estate vanno alla pesca, questi laghi abbondan talmente di pesci che non hanno che a metter le reti la sera e levarle la mattina per trovarvi il bisogno. E' cosí che pescano i Lapponi, le loro reti sono a maglia, e non vanno già alla pesca in più d'uno come i finesi colle lunghe reti lasciandole e raccogliendole più volte in un lago ampio e faticoso, ma non fanno che stenderle semplicemente e ne fanno tutta la pesca necessaria.

Il viaggio in Lapponia 1799, pag. 68

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Sabato 13 luglio

Siamo giunti a Alten ed abbiamo alfine potuto trovare e casa ed allogio e commodità d'ogni genere. Bisogna soffrir per godere, ed ogni cessazione di pena e di fatica diventa un piacer reale.- Un bagno nel mar glaciale ricuperó tutte le nostre forze. Ci trovammo una volta in questo mare che ci costa tante fatiche. - Fù un giorno di riposo e di rendiconti e di pagamento de' nostri Uomini.- Ricapitulerò qui per memoria, la strada e le spese del viaggio.

Cinque Uomini da Kautokeino a Koinosjoka: e da qui a Alten 7.- Otto daler per giorno in viaggio, e quattro pei giorni di ritorno.- Computati i primi per cinque, i secondi per tre. Pagato in tutto Risd. spec. 18.33.8. (8 daleri fanno 21. scellini e 4 Runstüker.)

La Gente di Kautokeino ci serví colla più grande pontualità, ma dopo il viaggio ebbe delle pretese ingiuste ed indecenti. Oltre la paga loro abbiam donato una provigion d'aquavita prima di partire, e dopo l'arrivo. Questo viaggio costa assai perche la gente è avezza a de' viaggiatori richi che viaggian o per capricio o a spese della nazione per cercare delle rarità nell'Istoria naturale. Sono i soli e bisogna pagarli come vogliono.

Queste 17. miglia di cui ne abbiamo fatte 7 a piedi ci costano come se le avessimo tutte corse a 6 cavalli in Isvezia.

Il viaggio in Lapponia 1799, pag. 77

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Martedì 16 luglio

Term.[ometro] 15/17/10/. Mar gla.[ciale] 6. So.[le] 24.

Il vento poco favorevole ci ha fatto far questo giorno poco viaggio ed abbiamo tratto tratto visitate le case de' Lapponi che sono in queste spiaggie. Li abbiam trovati quasi tutti dormendo e non abbiam svegliati che quelli che c'interessavan di più, o da cui avevam bisogno di qualche cosa. In alcuni tugurj siamo entrati rimasti qualche tempo e sortiti senza che si siano accorti della nostra visita. Bisogna ben rimarcare che quando si vuol entrare in uno di questi abituri bisogna mandar avanti il primo qualcuno de' nostri uomini che li abbia veduti prima nel suo passagio costí, altrimenti la vista di una persona nuova vestita altrimenti di loro potrebbe produrre all'improviso qualche effetto funesto e al viaggiatore o a Lapponi stessi, cioè pei secondi un timore improviso, e qualche volta pel primo qualche colpo di bastone o d'acetta.

Ho rimarcato che i Lapponi non hanno punto il sonno leggero ma che dormono senza punto sentire o far attenzione a chi entri; mi pare che questo sia un indizio certo della gran sicurezza in cui vivono e del nessun esempio di assalto d'Uomini o di fiere. Sono tutto all'opposto de' Selvagi d'america e d' affrica che senton dormendo il minimo mover di una foglia, effetto del continuo pericolo a cui sono esposti ed a cui sempre veglia l'istinto dell'amor di se stesso e della propria conservazione.

Il viaggio in Lapponia 1799, pag. 80

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Giovedì 18 luglio

Al punto delle 12 della notte fra il Merc[oledì] e Giov[edì] giunsimo felicemente a Nord Cap. Ci fermammo qui fino al mezzo giorno ed anche più per trarne alcuni disegni, per raccoglierne le Erbe e gl'Insetti e cercar degli ucelli.

Questo promontorio che ci costa tanta fatica e tanto travaglio non è che una punta di Sasso informe che sporge verso il mare ed il di cui solo merito è quello di esser posto dalla Natura a 71 grado e . . . minuti più vicino al polo degli altri promontorj d'Europa. Contiguo a questo promontorio s'erge in alto un enorme montagna che per esser si erta e si ripida pare il dopio più alto e che riempie chi la monta del piu grande orrore. L'aver fatto tanto camino per veder questo luogo ci ha messi come in obligo a soperar ogni tema ed ascenderla ad ogni costo. L' abbiamo ascesa più colle mani che coi piedi e sostenendoci tante volte sopra pietre mobili e minacianti cadere, tante volte eravam sospesi colle mani soltanto e dovevam arrampicar colla forza delle bracia; due anime che vanno a godere la vita eterna nel cielo non avrebber fatta maggior fatica ne si sarebbero esposti a pericol maggiore. Arrivati alla cima ebbimo una vista che non era proporzionata alle nostre fatiche perche il mare limitava quasi per tutto la nostra vista verso il Nord e verso il Sud avevamo per obice le montagne; ma ci divertimmo a far precipitare dall'alto immense pietre. E' uno spettacolo imponente all'imaginazione la velocità con cui precipitavano questi sassi alcuni de quali erano cosí enormi che strascinavan seco tutto ciò che a loro si opponeva, e pareva volesser metter a ruina la metà della montagna stessa. Le punte le più vive e più machinose non resistevano all'urto ma precipitavano anch'esse polverose e sminuzate in picioli pezi dopo di aver fatto nel distaccarsi un gran fuoco e slanciate scintille nell'aria.

Frattanto che noi ci occupavamo di questo trastullo la nostra gente si ritirò sotto una grotta ove prepararono il Caffè e qualche cosa pel pranzo. La Discesa dalla montagna fù per noi ancor più penibile e faticosa e doppiamente orribile perche nel rivolgerci dovevamo aver più spesso innanzi gli occhj la profondità delle falde in pendio che ci facevan venir qualche volta il capogiro. Sono per verità di quei trastulli che la vanità ed ambizion giovanile supera di buon grado ma in cui la vita puo dipendere dallo scivolar di un piede o dallo sfugir di una mano.

Discesi che fummo fù piacevol per noi la sorpresa della grotta o ritiro che per la sua particolarità e situazione ci ofrí il più conveniente ricovero. Tre Scoglj di Sasso vivo vicino la spiaggia formano una spelonca iscavata forse o dal ribalzo dell'aqua o dalla forza del tempo, un gran Sasso e posto nel mezzo la di cui superficie piana ed orizontale sembra immitare un tavolo su cui distender si ponno le vivande ed appoggiare le tazze. Un ruscello di aqua dolce giù discende da monti mormorando penetra nella Spelonca e passando sotto il Sasso par come invitare lo stanco viaggiatore a sedersi vicino e provederlo della limpida e dolce sua aqua. Il ricovero ospitagliero che ci ofri questa Spelonca merita bene la nostra riconoscenda e memoria; ci fa sovenire della Spelonca di Didone e d'Enea ed aveva quasi tutti gli atributi che Virgiglio descrive nel suo divino quarto libro; se i piaceri che qui noi gustammo furon di quei d'Enea men ardenti e men vivi non furon però men adattati alle nostre circostanze e ai nostri bisogni che consistevano nella stanchezza e nell'apetito. E' di qui ove volgendoci verso mezzo giorno abbiam salutata l'Europa e bevuto alla salute de nostri amici una bottiglia di vin di Francia; abbiam desiderato ne nostri brindisi qualche cosa a tutte le nazioni.

Il viaggio in Lapponia 1799, pag. 85-86

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